In vista dell’inizio della stagione, abbiamo scambiato alcune riflessioni con coach Aniello, nuova guida tecnica dei biancorossi.

Se dovesse presentarsi brevemente ai suoi nuovi tifosi, cosa direbbe?

Sono un allenatore che crede molto nelle persone. Nei momenti difficili che, come in ogni stagione sicuramente non mancheranno, se si creano dei legami forti i risultati non tarderanno ad arrivare.
I legami non esulano dal rispetto dei ruoli e dell’impegno, parlo del remare uniti verso un obiettivo.
Dal punto di vista tecnico-tattico, credo nel riuscire a creare il vestito su misura per ogni giocatore, proponendo delle situazioni adeguate sia ai nostri giocatori, sia che possano mettere in difficoltà gli avversari.

Come vorresti che la tua squadra giocasse a basket?

Oltre al contenuto tecnico specifico, mi piace una squadra che trasmetta agli spettatori il fatto di credere in quello che fa. Vorrei un team molto determinato.
È chiaro che in base alle caratteristiche dei giocatori, lo stile di gioco cambi.
Noi credo che siamo riusciti ad incastrare peculiarità diverse negli stessi ruoli: ciò ci consente, a livello tattico, di poter proporre situazioni molto diverse l’una dall’altra.
Il poter mascherare i nostri difetti e mettere in evidenza i nostri punti di forza è un aspetto che mi piace molto.

Quali sono gli obiettivi per la stagione che sta per iniziare?

Sicuramente siamo convinti di poter essere competitivi.
Con l’introduzione della riforma sarà un campionato nuovo, dove le squadre potranno tesserare un comunitario e quindi mi aspetto sarà una competizione livellata verso l’alto.
Ad oggi non sono in grado di fare una sorta di ranking: sarà un torneo super equilibrato, solo intorno alla decima giornata si avrà un’idea sommaria di quelli che sono i valori che saranno espressi dal campo.

Dai social sembra una persona molto attiva, dai molteplici hobby, a cui piace viaggiare e mettersi in gioco. Quanto l’avere così tanti interessi influisce e forma una persona?

Credo che per poter lavorare bene, bisogna dimostrare di essere adeguati ai propri tempi. Nella società odierna è questo il modo di comunicare principale, quindi perché no? Per quanto riguarda il discorso dell’estero e del viaggiare, ho avuto la fortuna di lavorare tra camp e società sportive in 10 nazioni diverse: ne vado molto orgoglioso perché mi ha aiutato nel costruirmi una personalità e nel migliorare la capacità di adattarmi alle situazioni. Inizialmente la mia idea era di formarmi all’estero e di continuare lì questo tipo di esperienza: il fatto di doversi adattare a delle diverse esperienze culturali, tecniche e tattiche ti migliora tantissimo. Ciò che cerco di comunicare sui social è che tutte queste avventure si possono fare ed è bello farle.

Federico Ionata – Addetto Stampa Chieti Basket 1974